Coronavirus, Gratteri: "Attenzione a mafie, trovare soluzioni a carceri"

gratterinicola26mag"L'annoso problema del sovraffollamento potrebbe essere risolto in soli sei mesi se ci fosse la volonta' politica, mentre per limitare le comunicazioni tra l'interno e l'esterno basterebbe schermare il segnale dei cellulari". Il procuratore capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, parla all'emittente locale campana Canale8 della situazione delle carceri durante l'emergenza coronavirus, soffermandosi sull'ipotesi di una regia mafiosa dietro le rivolte dei giorni scorsi. "Non ci dovrebbe essere grande comunicazione tra l'interno e l'esterno. Ma le indagini, anche quelle campane, dimostrano che nelle carceri ci sono molti telefonini e quindi e' facile comunicare - ragiona - fa riflettere che in dieci carceri, a distanza di mille chilometri, scoppi una rivolta nello stesso momento".

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Per limitare le comunicazioni, spiega, "avevo proposto degli inibitori, per impedire che i cellulari funzionino all'interno. Se il personale ha bisogno di comunicare basta che ci siano nei corridoi dei telefoni interni, come accadeva prima". Quanto alla questione sovraffollamento, Gratteri ricorda che se ne parlava ancora prima del suo ingresso in magistratura. "Ma che ci vuole a costruire quattro carceri e a garantire 5.000 posti in Italia - si chiede - cosi' per i prossimi 20 anni non sentiremo parlare piu' di sovraffollamento, di disagio o di diritti negati? Con un solo progetto si possono costruire quattro strutture uguali, le pareti sono di prefabbricato di cemento compresso, quindi e' possibile realizzarle nell'arco di sei mesi. E' solo una volonta' politica". Il capo della Dda di Catanzaro torna poi sul rischio di infiltrazione della criminalita' organizzata in questa fase di difficolta' economica. "Le mafie vivono tra di noi, mutano col mutare sociale e sono presenti dove c'e' da gestire denaro e potere - argomenta - nel momento in cui intravedono un'opportunita', fosse anche di essere presenti per riciclare, fare usura o infiltrarsi nell'attivita' di preparazione o vendita dei prodotti sanitari, saranno sicuramente pronti, sta a noi impedire che cio' avvenga". (AGI)