Emergenza rifiuti, il movimento Corigliano-Rossano pulita: "La regione si assuma le sue responsabilità e modifichi la legge 14 del 2014"

"Nel 2014 la giunta Scopelliti approvò in consiglio regionale un "Piano dei rifiuti" che altro non è che una legge di riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani in Calabria (legge regionale n°14 dell'11 agosto 2014)". Lo si legge in una nota del movimento "Corigliano-Rossano pulita".

"Noi, all'indomani dell'uscita di questa legge, avevamo prontamente sottolineato che "Si tratta di un provvedimento con cui si definiscono gli ATO (ambiti territoriali ottimali) e ARO (ambiti di raccolta) dei rifiuti, cosa decisamente auspicabile se gli ambiti fossero davvero ottimali, cioè studiati per le esigenze dei territori, magari decisi dai territori stessi, e non calati dall'alto e fatti apposta per le esigenze dei privati. Infatti, saranno definiti ATO le province, con conseguente ingolfamento automatico almeno di Cosenza...".

Detta precisazione era chiaramente dettata dalla necessità di evidenziare che almeno l'area jonica, per dimensioni e popolazione, avrebbe dovuto essere gestita in modo autonomo, alla stregua del capoluogo di Provincia, vale a dire con propri impianti autonomi.

A 6 anni da quella legge e con l'emergenza rifiuti in corso, veniamo a conoscenza, oggi, dalle parole di quelle stesse forze politiche che governavano allora, che le responsabilità sarebbero tutte dei sindaci che invece denunciarono le carenze di questa organizzazione, a partire proprio dal nostro sindaco.

--banner--

Non entrando nel merito dalle superflue affermazioni e di azioni che mirano a creare confusione eludendo il reale problema, ci preme sottolineare che chi dovrebbe intervenire su questa emergenza ambientale ed igienico-sanitaria, destinata soltanto ad aggravarsi, modificando anche la legge del 2014, rimane inerte. Tant'è che i singoli comuni non possono pagare direttamente i gestori degli impianti di trattamento ma devono versare la tassa sul conferimento al comune capofila dell'ATO, cioè Cosenza.

Ed è proprio la dipendenza dal Comune di Cosenza ed il caos istituzionale dell'ATO che sta paralizzando tutti i Comuni della Provincia che da esso dipendono. Se nel 2019 il problema era l'effettiva disponibilità dei fondi presso il bilancio in dissesto di Cosenza, nel 2020 è addirittura chi firma gli atti di liquidazione, mentre i fondi sono disponibili perché effettivamente conferiti dai comuni.

È pertanto inaccettabile che questa situazione paradossale penalizzi, tra gli altri, anche il Comune di Corigliano-Rossano che oltre ad essere storicamente l'unica sede di impianto pubblico della Provincia di Cosenza, ha in passato sacrificato per il ciclo dei rifiuti regionale decine di chilometri quadrati di territorio.

Ecco perchè chiediamo che la Regione si assuma le sue responsabilità come sancito dall' art. 2 della legge Regionale n. 14 del 2014 e nello specifico richiami alle sue responsabilità il Comune di Cosenza. Siamo inoltre preoccupati per il continuo ricorso ad ordinanze non risolutive, come la n. 54 del 3 luglio, che peraltro fanno ulteriormente lievitare i costi per i Comuni, e di conseguenza per i cittadini, ignorando il fatto che l'ARO Sibaritide, con a capo il Comune di Corigliano-Rossano, ha tutte le carte in regola per chiudere il ciclo sul proprio territorio riducendo almeno i costi.

Richiamiamo le forze politiche cittadine a fare fronte comune per il bene del territorio, con particolare riferimento a quei partiti che sono rappresentati nella maggioranza del Consiglio Regionale senza nascondersi per timore di esternare dissenso: il territorio va difeso.

La nostra Regione ha bisogno di ricostruirsi, la nostra città ha voglia di ripartire, non sarà possibile finché non ci sarà responsabilità e serietà da parte di tutti".